sabato 7 aprile 2018

Devilman crybaby, 2018







Regia di Maasaky Yuasa, con le voci italiane di: Jacopo Calatroni (Akira Fudo),Dario Sansalone (Ryo Asuka), Ludovica De Caro (Miki Makimura), Marina Thovez (Silene), Beatrice Caggiula (Miko).



Akira Fudo è un ragazzo timido e sensibile che vive con la famiglia Makimura dato che i genitori, due medici, per lavoro girano il mondo. Akira è molto amico di Rio, un ricco e misterioso ragazzo che studia in USA e che un giorno, tornato in Giappone, informa il vecchio amico che una nuova razza di demoni ha invaso la terra con l'obiettivo di stabilirvi il proprio dominio. Credendo che l'unico modo di sconfiggerli sia incorporare i loro poteri, Ryo convince Akira a lasciarsi possedere da Amon, il più potente fra loro: il ragazzo si trasforma così in Devilman, creatura demoniaca ma con cuore umano...


A quasi 50 anni dal fumetto originale, Netflix ha realizzato questa serie di grande successo dedicata al famoso fumetto di Go Nagai di cui ho già parlato nella recensione del famoso cartone arrivato da noi negli anni '80.
A detta di tutti gli esperti di fumetti e animazione, una serie meravigliosa sotto ogni punto di vista, un vero e proprio capolavoro.
Partendo dal fatto che il manga lo conosco poco e non sono affatto un' epserta ma una semplice spettatrice....la mia opinione non è proprio così positiva, anzi.
Certamente è positivo il fatto che abbiano deciso finalmente di fare una serie fedele al manga, visto che il cartone animato non lo era molto, ma a mio avviso potevano pure farla meglio già che c'erano. 

E non discuto della storia, molto bella, ma proprio della parte tecnica; innanzitutto i disegni: sarà che non sono un'intenditrice e nemmeno un appassionata di manga, ma cosa volete che vi dica....questi disegni moderni per me sono bruttissimi! I personaggi troppo minimali e spesso sproporzionati, i demoni talmente ridicoli che alcuni mi hanno ricordato i disegni dei miei bambini all'asilo, colori sbiaditi, espressioni ridicole anche quando vorrebbero essere sofferenti o tragiche; ma per favore!
L'animazione a mio avviso è la vera nota dolente, ma non l'unica: ho trovato fastidioso anche il ritmo con cui vengono narrati i fatti, per alcuni episodi tutto piuttosto lento, poi negli ultimi tutto velocissimo, tralasciando alcuni personaggi più interessanti di altri e sopratutto il rapporto tra Akira e Miki, trattato in modo molto superficiale.
Non ho apprezzato nemmeno la colonna sonora ma non ho trovato che fosse un difetto, la versione della storia è modernizzata rispetto a quella del manga quindi ci sta che si sia dato spazio al rap giapponese (purtroppo per le mie orecchie).
Ultima cosa: ridicolo il fatto che nessuno si accorga della trasformazione di Akira quando praticamente è totalmente diverso da prima (e chi ha visto la serie sa a cosa mi riferisco). 
Alla fine non è nemmeno tutto 'sto orrore, ma sicuramente poteva essere fatto meglio, magari sviluppando la trama meno frettolosamente con qualche puntata in più...e sopratutto...i disegni.
A conti fatti di tutte le versioni che ho visto quella che ho preferito è sicuramente un cartone degli anni '90 o primi 2000, quella sì fedele alla trama ma anche bella da vedere ed emozionante.

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