sabato 10 marzo 2018

Romanzo Famigliare, 2017



Regia di Francesca Archibugi, con Vittoria Puccini (Emma Liegi), Guido Caprino (Agostino Pagnotta), Fotinì Peluso (Micol Pagnotta), Giancarlo Giannini (Gian Pietro Liegi), Marco Messeri (Vanni), Andrea Bosca (Giorgio), Francesco Di Raimondo (Federico), Marius Bizau (Marius),Anita Krayos (Natalia), Jacopo Crovella (Jacopo), Annalisa Arena (Valeria)..


Emma vive a Roma con la figlia sedicenne Micol, mentre il marito Agostino essendo tenente di Marina è quasi sempre via per lavoro. Quando Agostino viene promosso capitano decide di dedicarsi all'insegnamento all'Accademia Navale per stare assieme alla sua famiglia, che viene così trasferita a Livorno, città natale di Emma, dove vive anche Gianpietro, il severo padre con cui la donna non è mai andata d'accordo e che non sente da quando se n'è andata 16 anni prima. La famiglia Liegi è la più ricca e nota di Livorno ed Emma dovrà fare i conti ancora con questa realtà da cui era scappata molti anni prima, e con ben altri problemi in arrivo....




Questo sceneggiato tv mi è piaciuto, anche se non rientrerà nei miei preferiti per molti motivi, prima di tutto il fatto di avere messo troppa carne al fuoco e cose inutili che avrebbero sfoltito la trama e dato modo di dedicare più attenzione ai fatti e personaggi più interessanti.
Già il titolo (un omaggio alla Ginzburg e al suo "Lessico famigliare") non è indicatissimo, a mio avviso: in molti punti la storia sembra più una telenovela che un romanzo.
La protagonista è Emma, 32enne che però mentalmente dimostra molti meno anni: è disordinata, non sa tenere una casa, non sa cucinare, è estremamente disorganizzata e immatura. Tutto ciò nonostante la vita che ha vissuto finora racconterebbe l'esatto contrario: Emma è rimasta incinta a 16 anni della figlia Micol, ha avuto un durissimo scontro per questo con il padre Gian Pietro, ha quindi lasciato lasciato tutto per seguire Agostino, il padre di Micol, marinaio in carriera che poi è diventato tenente.
Da Livorno si è trasferita a Roma dove ha cresciuto Micol praticamente da sola, visto che a causa della sua professione il marito è spesso via. Si penserebbe quindi a una persona matura e temprata, invece abbiamo un'adolescente mai cresciuta e un po' bambocciona, nonostante bisogna dire che Emma si impegna a diventare la donna seria e adulta che tutti si aspettano. Di contro, la 16enne Micol è una ragazza matura e assennata, che spesso si trova a fare da supporto alla madre, e che coltiva con impegno il sogno di diventare clarinettista. 

Tutto cambia quando Agostino viene promosso capitano, e decide che è arrivato il momento di fermarsi e stare vicino alla sua famiglia; per fare ciò però, deve accettare un trasferimento a Livorno, città natale di Emma, dove lavorerà come insegnante all'Accademia Navale. Il cambiamento sarà epocale per tutti: per Emma sopratutto, che dovrà fare i conti con il padre che non vede da 16 anni: un padre dispotico e irascibile, con cui Emma non è mai andata d'accordo sopratutto dopo la morte della madre (avvenuta quando lei aveva otto anni), e che giustamente non può vedere. Peccato però che Gian Pietro Liegi sia l'uomo più ricco della città: e quindi volente o nolente Emma sarà costretta non solo a confrontarsi con il fatto di essere "figlia di", ma anche a riprendere i rapporti col padre. E questo è niente, visto che poco dopo Micol scopre di essere incinta, a 16 anni: insomma, la storia si ripete. Ma non tutto il male viene per nuocere....
Questo l'inizio della storia, che contiene un intreccio di trame a volte davvero complicato da districare: i temi più importanti a mio avviso, oltre la gravidanza della giovane Micol che segue le orme materne, sono il complicato  rapporto tra genitori e figli (non ci sono solo emma e Gianpietro o Micol con Agostino e Emma, ma anche Gianpietro con Iacopo e Marius, l'amica di Micol con i suoi genitori, Ivan con sua madre ecc), la lotta di Emma per maturare come persona, i problemi di coppia  dei vari personaggi, più intrighi e tradimenti vari. Un po' troppa carne al fuoco da seguire in otto puntate, e difatti ho trovato migliori le trame che coinvolgono i personaggi più giovani mentre gli adulti spesso sono invischiati in intrecci alla "Beautiful" che stufano pure. Per quanto riguarda gli attori ho trovato molto brava Vittoria Puccini nel tratteggiare un personaggio non facilissimo e che poteva pure risultare antipatico in certi punti, ma bravissima su tutti la giovane e bellissima Fotinì Peluso nel ruolo intenso di Micol. Non voglio fare inutili previsioni ma secondo me sentiremo ancora parlare di questa giovane attrice!
La sigla di apertura "Tu  non sai" è cantata da Nada.

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