venerdì 18 novembre 2016

7 minuti, 2016



Regia di Michele Placido, con Ottavia Piccolo (Bianca), Violante Placido (Marianna), Ambra Angiolini (Greta), Isabella Ragonese (Hira), Fiorella Mannoia (Ornella ), Cristiana Capotondi (Isabella), Maria Nazionale (Angela),Balkissa Maiga (Kidal), Erika D'Ambrosio (Alice).

Un'azienda tessile viene acquisita da una mutlinazionale francese. La nuova proprietaria, assieme ai vecchi padroni, propone un accordo con la rappresentante sindacale delle operaie: nessuna sarà licenziata, ma in cambio dovranno rinunciare a 7 minuti sulla pausa pranzo. Tutte esultano, ma Bianca, l'operaia più anziana nonchè rappresentante, invita alla riflessione: e se questa proposta nascondesse in realtà qualcosa di più serio?




Con questo film la lotta di classe operaia torna al cinema dopo decenni in cu sembrava scomparsa. In questo arco di tempo, come tutti sappiamo, il mondo del lavoro è totalmente cambiato in peggio: piano piano, causa globalizzazione e interessi di ogni tipo, hanno annullato tutte le lotte e i risultati cnseguiti in tanti anni di sacrifici, e siamo ridotti come sappiamo.
In particolare le donne soffrono diverse difficoltà, ad ogni età, e sono quelle più a rischio di non trovare nessun lavoro in caso di licenziamento; questo film è una perfetta panoramica di quello che accade oggi a tantissime persone, colpevoli solo di volersi garantire una dignità attraverso un lavoro sicuro.
Le operaie di questo film sono uno spaccato del mondo del lavoro femminile di oggi: c'è la giovane neoassunta, alla quale il lavoro consentirebbe di aprire finalmente un mutuo col fidanzato; la giovane quasi madre; le due veterane, memori di un tempo in cui i loro diritti erano tutelati; la ex tossica per la quale il lavoro significa una seconda possibilità; le due immigrate; l'operaia con marito disoccupato e la ex operaia diventata impiegata dopo che un incidente sul lavoro l'ha lasciata paralizzata. A tutte loro non sembra vero di sentire che l'unica cosa che devono fare per garantirsi il lavoro necessario è rinunciare a soli sette minuti di pausa...tutte sono pronte a firmare subito!Per fortuna Bianca, la più anziana del gruppo nonchè loro rappresentante, sa bene- per averlo visto nel corso degli anni- che una soluzione così facile nasconde ben altro, e invita le compagne alla riflessione, ottenendo inizialmente un muro alzato e risposte piccate: per queste donne perdere il lavoro significherebbe, oltre a perdere un sostentamento che in alcuni casi è la sola fonte di reddito con cui vivono loro e le loro famiglie, perdere anche la dignità e la possibilità di trovarne un'altro con identici vantaggi.
Non ci sono differenze tra straniere e italiane, tutte sono realmente sulla stessa barca. E alla fine, dopo un tormentato ragionamento, capiranno davvero che è come dice Bianca, che nn solo sotto c'è ben altro, ma che il tutto ha già cominciato a dare i suoi frutti negativi: il dubbio si è insinuato fra loro, hanno già cominciato a guardarsi con sospetto, a pensare che alcune potrebbero trarre dei vantaggi facendo fuori le altre, o che alcune hanno più diritto e bisogno di lavoro di altre. Insomma, il primo risultato è stato incrinare la loro unità come lavoratrici, e si sa che questo è solo il primo passo....
Molto bravo e ben assortito il gruppo di attrici, in cui spiccano due straordinarie Ottavia Piccolo e Fiorella Mannoia nei panni delle veterane e Balkissa Maiga nei panni della "filosofa" (ma non troppo) Kidal. Al contrario non ho apprezzato molto l'aggressività sopra le righe con cui Ambra Angiolini denota il suo personaggio, secondo me in certe scene era pure fuori luogo.
Film con un buon ritmo e, visto l'argomento, particolarmente interessante, toccante e coinvolgente.

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