martedì 2 agosto 2016

Mona Lisa Smile, 2003



Regia di Mike Newell, con Julia Roberts (Katherine Watson), Maggie Gyllenhall (Giselle Levy),Julia Stiles (Joan Bennett ),Kirtsen Dunst (Betty Warren ), Marcia Gay Harden (


Usa, 1953: Katherine Watson, insegnante di storia dell'arte, trova lavoro in un esclusivo college femminile. Donna libera e indipendente con idee progressiste riguardo l'insegnamento e l'educazione da impartire alle giovani donne, inizialmente mal si adatta a un college che mira essenzialmente a preparare le ragazze per diventare mogli e madri di famiglia, trascurando qualsivoglia ambizione personale o lavorativa.
Nonostante l'iniziale stupore le studentesse non tardano a riconoscere il valore della loro professoressa e a seguirne l'esempio, anche se una di loro, Betty, la prende in aperta antipatia arrivando a diffamarla sul giornalino scolastico....





Devo ammettere di non essermi appassionata più di tanto a questo film, anche se le premesse (una storia di indipendenza femminile negli anni '50) erano tra le più favorevoli.
Anzi, ad un certo punto ho finito per trovare piuttosto antipatica Katherine, che sembra essa stessa vittima dei pregiudizi sessisti che  combatte, ma al contrario, dato che non vuole accettare che Joan, la promettente allieva che lei ha preso sotto la sua protezione, decida in maniera autonoma e consapevole di dedicarsi alla vita di moglie e madre in quanto la ritiene più appagante rispetto a una possibile carriera come avvocato; la ragazza spiega benissimo il perchè della sua scelta e appare aver fatto una scelta libera da condizionamenti, ma l'insegnante (che poi comunque accetterà) se la prende abbastanza perchè in realtà anche lei, come la società e come le famiglie delle ragazze, vorrebbe imporre la propria idea del mondo.
Certo, l'opera di un insegnante anticonformista come Katherine, desiderosa di fare capire alle ragazze che possono essere molto di più delle belle statuine che richiede l'elite benestante a cui appartengono, è sicuramente necessaria in questo tipo di società anni '50 e in questo tipo di scuola, in cui a un'allieva che deve sposarsi vengono concessi privilegi del tipo assentarsi senza un limite dalle lezioni o andare a lezioni all'ora che le pare con la scusa che "sta organizzando il proprio matrimonio" (e quindi il messaggio implicito è  che il matrimonio sia più importante dello studio, della cultura e dell'impegno), ma - come ritengo da sempre- il troppo stroppia, anche nel femminismo, e si rischia di cadere nel contrario senza accorgersene.

Più che Julia Roberts (brava, ma sempre uguale a mio avviso) ho apprezzato le tre giovani allieve principali, all'epoca giovani star in ascesa: la spocchiosa Kirsten Dunst, per gran parte della storia veramente antipatica e odiosa ma a cui la vita farà abbassare la cresta anche troppo presto, la solare Julia Stiles (unica del trio ad essersi professionalmente persa per strada) nel ruolo della già citata Joan e la bella Maggie Gyllenhall nel ruolo della ribelle (e molto sola, come quasi sempre succede in questi casi) Giselle.
Molto belle come sempre ambientazioni e costumi anni '50, film tutto sommato godibile ma che rimane piuttosto in superficie.



P.S: qundo hanno realizzato la locandina italiana, evidentemente erano a corto di fondi visto che hanno praticamente copiato quella de "La vita è bella" (1997)...










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