venerdì 29 aprile 2016

Sfiorando il muro, 2012



Regia di Silvia Giralucci.

Il 17 giugno 1974 a Padova, un commando delle Brigate Rosse penetrato in una sezione dell’MSI uccideva Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, gli unici due presenti.
I due furono le prime vittime delle Brigate Rosse.
35 anni dopo Silvia, la figlia di Graziano Giralucci, che all’epoca della morte del padre aveva tre anni, diventata giornalista cerca di ricostruire i fatti che portarono alla morte del padre partendo dalla ricostruzione del clima dell’epoca; per farlo, sceglie di ascoltare i racconti di persone che c’erano e che in alcuni casi ebbero a che fare con il caso riguardante il duplice omicidio…


Attendevo da tempo questo documentario di Silvia Giralucci, di cui avevo già letto il libro tempo fa. La visione non mi ha delusa, ricalca lo schema del libro cercando di analizzare gli anni di piombo e il clima in cui essi si sono sviluppati partendo dalla personale esperienza della protagonista e dal fatto che la vide coinvolta, seppure come figlia di una vittima.
Il documentario inizia in modo significativo, con filmati in Super 8 di bambine che giocano in cortile negli anni '70 (presumo Silvia e le sue amiche) che si sovrappongono a filmati drammatici della strage di via Fani, di Aldo Moro prigioniero e della Strage di Piazza Loggia , con la voce in sottofondo dell'autrice che racconta come per lei bambina quelle cose sembrassero molto lontane, qualcosa che non la riguardava, così come le scritte inneggianti agli autonomi o i ragazzi dai capelli lunghi dai quali la nonna la metteva in guardia.
Mi è sembrato che la Giralucci abbia davvero realizzato un lavoro super partes sentendo le varie campane (compreso un autonomo oggi rifugiato a Parigi e un'amica missina del padre), inquadrando ideologie e ideali di un'epoca sfociati nella violenza e nella follia.



Nessun commento:

Posta un commento