sabato 24 gennaio 2015

I cavalieri dello zodiaco: Asgard (Saint Seya: Asgard)





Dopo la fine della battaglia al Grande Tempio, Pegasus e soci si prendono un  meritato periodo di riposo di cui approfittano per far forgiare ai Cavalieri D'Oro rimasti delle nuove armature. Durante la loro assenza Lady Isabel viene attaccata nel giardino di casa da Mizar, un Cavaliere di Asgard, città del Nord governata dalla regina Ilda di Polaris. il quale annuncia alla giovane che la loro regina intende dare battaglia per conquistare il mondo e il diritto a terre più calde. Ovviamente tutto ciò metterebbe in serio pericolo la pace e Lady Isabel, accompagnata dai Cavalieri, decide di recarsi ad Asgard per verificare di persona la situazione. Grazie all'aiuto di Flare, sorella di Ilda, capisce che la regina è soggiogata da un maleficio derivato da un misterioso anello dal quale non si separa mai, e per questo non solo ha dichiarato guerra ma ha anche smesso di pregare il Dio Odino perchè mantenga alti i ghiacci, che infatti si stanno sciogliendo rapidamente mettendo in ancor più grave pericolo la già precaria situazione dell'umanità. Isabel si offre così di pregare lei stessa, mentre i Cavalieri- tramite il Maestro dei Cinque Picchi- scoprono che per rompere il maleficio dovranno impossessarsi dei sette zaffiri incastonati nelle cinture di ognuno dei sette Cavalieri di Asgard: Thor, Luxor, Artax, Mime, Mizar, Megres e Orion. Per farlo hanno solo sette ore di tempo.....



In realtà il consueto post mensile sul cartone animato doveva riguardare altro soggetto; ma come molti di voi sapranno, si è verificato un fatto molto grave: lo stupro di una delle serie animate più belle della storia del cartone animato a opera di   , regista del film da poco uscito nella sale "  ".
Da amantissima dei VERI  Cavalieri - e non di questa innominabile schifezza trash!!!- ho deciso quindi di controbattere a cotanto oltraggio con il secondo post dedicato alla seconda serie, la saga dei Cavalieri del Nord.,;
Questa serie in realtà è stata realizzata appositamente per il passaggio tv, nel manga non esiste; come da trama, la storia si rifà ai miti della mitologia nordica e ogni cavaliere è rappresentato da una stella della costellazione dell'Orsa Maggiore.
All'epoca (primi anni '90) la serie era la mia preferita per via del mezzo inciucio mostrato tra Crystal (il mio cavaliere preferito) e Flare, ma riguardandola ad anni di distanza ho trovato molti elementi che confermano questa preferenza, nonostante la prima serie sia la migliore in assoluto: ad esempio ho notato che in ben tre casi narra storie di difficili rapporti familiari e soprattutto drammatici e sofferti rapporti genitori-figli: molto toccante la vicenda di Mime e del padre adottivo Folken, altrettanto particolare quella d Mizar e del gemello segreto Alcor o la vicenda del padre di Megres, ma abbiamo anche le due sorelle Hilda e Flare, divise dal maleficio che ha soggiogato la prima.
Si nota come i Cavalieri di Asgard vengano investiti delle loro armature solo quando la loro terra è in pericolo e soprattutto come solo alcuni abbiano ricevuto un addestramento per diventare cavalieri, mentre altri lo ricevono per vi ereditaria; ciò non diminuisce il loro valore e la loro preparazione.

Certo, alcuni appunti sono da fare: perché le nuove armature sono così brutte? Perché Lady Isabel va ad Asgard col vestito sbracciato? Lo capivamo comunque che il clima è gelido, almeno uno scialletto poveraccia!E i Cavalieri appaiono notevolmente dimagriti: colpa dei km di scale al Grande Tempio?L'utilità di Kiki e Castalia, stavolta?
Per non parlare delle ripetizioni: Sirio deve combattere accecandosi (ma poveraccio, che sfiga!), Andromeda viene puntualmente tirato fuori dalla peste dal fratello, Pegasus è sempre più il cocco di Atena che immancabilmente affronta la battaglia finale e vince...direi che stavolta qualcosina potevano modificarlo!
Una serie degna di nota, che non fa certo rimpiangere la prima (l contrario dell'orrido film, l'ho capito solo dal manifesto!).




domenica 18 gennaio 2015

Un amore sotto l'albero (Noel),2004


Regia di Chazz Palminteri, con Susan Sarandon (Rose Harrison), Penelope Cruz (Nina Vasquez),Robin Williams (Charlie Boyd), Paul Walker(Mike),Alan Arkin (Artie Venezuela), Marcus Thomas (Jules).



Vigilia di Natale a New York: Nina e Mike sono una giovane coppia in crisi per colpa della gelosia di lui, a tal punto che Nina non vorrebbe nemmeno dirgli che è incinta; Rose è una donna di mezza età sola, a parte la madre malata di Alzheimer che non la riconosce; Artie è un anziano cameriere che parla ancora con la moglie morta da qualche anno e Jules è un giovane ladro di strada che si ferisce volontariamente per passare il Natale al Pronto Soccorso, dove non sarà lasciato solo come al solito.
Le vite di questi personaggi si incroceranno per poco tempo, alla vigilia di Natale...





A dispetto del titolo italiano, che fa pensare a una commedia romantica come ce ne sono tante, questo film in realtà tratta il tema della solitudine che spesso si fa sentire in modo molto più forte durante le feste, sopratutto per persone che vivono situazioni difficili.
Un film in parte commovente e drammatico quindi, anche se con un suo lieto fine almeno per la maggior parte delle storie.
La storia che mi ha colpito di più è quella riguardante Susan Sarandon: una donna che ha saputo costruirsi una felice carriera come editrici di libri per bambini, ma solo perchè si è buttata nel lavoro per dimenticare i dolori che la vita le ha riservato: una figlia morta poco dopo la nascita, un marito che l'ha lasciata per un'altra, una mamma malata di Alzheimer che cura con amore ma che non la riconosce più. E' quindi destinata a passare un Natale solitario e consapevole che ormai tutte le possibilità di rifarsi uan vita sono ormai svanite.C'è una scena  cui ogni tanto ripenso ancora oggi: lei che, per le strade addobbate e festose, incontra dopo tanti anni una ex compagna di scuola che le le chiede come va e cosa ha fatto, raccontandole di avere una famiglia e di essere impegnatissima per il periodo di Natale dato che le due figlie gemelle torneranno per le vacanze dall'università....questo per non far vedere che in realtà è sola. 

La donna un tempo aveva avuto un marito e anche una figlia, morta però piccolissima: tutto ciò ha causato la fine del matrimonio e lei, non essendo riuscita a rifarsi una vita, è rimasta sola. Ha solo sua madre, che però è ricoverata in una clinica per malati di Alzheimer, che non riconosce più quella figlia che l'assiste con amore. E' una vita dolorosa, la sua,che in un momento di disperazione si incrocia con quella di uno strampalato senza tetto, che pare materializzarsi sempre nei momenti più disparati (Solo alla fine capiremo chi è veramente). Un ruolo difficile, doloroso, intenso, interpretato ottimamente da Susan Sarandon, attrice attenta e sensibile da sempre a tematiche di questo tipo. 

Altra storia quella della coppia Penelope Cruz (all'epoca chissà scelta spesso per riprendere lo stereotipo della "donna caliente", con risultati abbastanza grotteschi) e Paul Walker, che rischia di separarsi per delle incomprensioni che, a mio avviso, sono delle vere cavolate, soprattutto davanti all'annuncio dell'attesa di un figlio (che lei medita addirittura di non dirgli!), ma a cui come da copione andrà comunque tutto bene, o quella del giovane ladro che per non essere solo a Natale si fa male apposta per farsi ricoverare al pronto soccorso, che scopriamo essere un luogo insospettabilmente legato al periodo felice della sua infanzia.
Solitudini, miserie umane, figure alcune volte forse patetiche ma per cui giustamente viene reclamato il diritto ad avere un Natale (e un'esistenza) più felice.
Per alcun aspetti di esce dal cinema col cuore pesante, ma credo sia un film che valga la pena di vedere.





mercoledì 14 gennaio 2015

Happy Days (1974-1984)



Prodotta da Gary Marshall, con Tom Bosley(Howard Cunningham), Marion Ross (Marion Cunningham), Ron Howard (Richie Cunningham),Erin Moran (Joanie Cunningham), Henry Winkler (Arthur Fonzarelli detto Fonzie), Anson Williams (Potsie Webber ),Donny Most (Ralph Malph),Pat Morita( Arnold Takahashi),Al Molinaro (Alfred Delvecchio), Scott Baio (Charles Acolla, detto Chaky), Lynda Goodfriend (Lory Beth Allen).

Nella cittadina di Milwaukee vive la famiglia Cunningham, composta dal padre Howard, proprietario di un negozio di ferramenta, dalla madre Marion, casalinga, e dai due figli adolescenti Richie e Joanie. Attorno a loro tutto un mondo dove si muovono vari personaggi: Potsie e Ralph, i migliori amici di Richie, Alfred, proprietario del locale dove si riuniscono i giovani della città, Lory Beth, la fidanzata di Richie e sopratutto il meccanico Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, vicino di casa dei Cunningham e punto di riferimento per Richie e soci....



Secondo vari sondaggi condotti nel corso degli anni, "Happy days" è probabilmente il telefilm più amato della storia della televisione, e non è certo difficile crederlo: a 41 anni dalla prima puntata è ancora molto seguito dagli spettatori di ogni età e il personaggio di Fonzie è ormai un'icona che conoscono tutti, anche i più giovani (lo sapevate che le patatine "Fonzies" prendono il nome proprio da lui?).
Accusato dai suoi detrattori di buonismo e visione distorta della società americana dell'epoca ( che in effetti negli anni '50 dovette vedersela con la Guerra Fredda, il maccartismo e la conseguente  caccia alle streghe), è da inquadrarsi in un periodo storico che, dopo la terribile tragedia del Vietnam (conclusasi  definitivamente solo nel 1975), guardava agli anni '50 come a un'epoca d'oro dove tutto era meglio, dove tutto era ancora possibile (in meglio), dove la musica, il cinema e la cultura americana avevano dato il loro meglio...prova ne è che, quattro anni dopo "Happy Days", uscì un'altra pietra miliare del filone, "Grease".
Ed infatti nella ridente Milwaukee televisiva non è che succeda granchè: le storie sono tutte incentrate, oltre alle dinamiche di una cittadina di provincia, ai rapporti interpersonali tra i protagonisti e ai  loro caratteri.

Innanzitutto il nucleo familiare della serie, la mitica famiglia Cunnigham rappresentante la tipica famiglia media americana: mamma casalinga, papà negoziante, due figli adolescenti (curiosamente, nei primi episodi si parla anche di un terzo figlio, il maggiore, all'università: il personaggio venne definitivamente eliminato senza che nessuno lo ricordasse...). Personaggi buoni e simpatici, senza apparenti grandi qualità ma che a lungo andare rivelano pregi caratteriali notevoli: il padre Howard dispensa spesso saggi consigli mirati anche agli amici dei figli e non si sottrae al dialogo con loro, la mamma Marion dispensa dolcezza e affetto ed è capace per prima di "adottare" Fonzie (ed infatti è l'unica persona a cui lui permette di chiamarlo Arthur), lo spensierato Richie è un ragazzo leale e sincero che rifiuta scorrettezze.
Ma il personaggio indubbiamente cult della serie è Fonzie: inizialmente personaggio minore, conseguì ben presto un grosso successo di pubblico per molti motivi: il suo look caratteristico (giacca di pelle, jeans e stivaletti da teddy boys) probabilmente ispirato a James Dean, o la caratterizzazione del personaggio: Fonzie è il ragazzo di strada italoamericano nato e cresciuto in periferia (e quindi contrapposto ai borghesi Cunningham), è un ragazzo scafato e con vasta esperienza di vita, sciupafemmine ma di classe, il classico duro dal cuore tenero che infatti sa essere un vero amico per Richie e soci,  e che a un certo punto accetta di occuparsi del cugino Chucky, per evitare che si metta sulla cattiva strada. Stima i Cunnigham perchè, nonostante i diversi stili di vita capisce che sono persone oneste e sincere; la sua morale e intelligenza è spicciola ma genuina. Tanto è bastato per farne un mito
Attorno a questo nucleo, altri personaggi tutti ben caratterizzati: Ralph e Potsie, i due amici pasticcioni di Richie, che ricordano alcune coppie di comici nei film anni '50, Arnold e alfred, proprietari (in tempi diversi) di "ARnold's", simpatici amici (nonostante la differenza d'età) dei giovani, Chucky, cugino di Fonzie che si fidanzerà con Joanie (il matrimonio dei due segnerà l'ultima puntata del telefilm).

Sulla colonna sonora, ovviamente, nulla da dire: all '50, spesso suonata da Richie e soci alle feste. La canzone "Rock around the clock" di Bill Haley fu inizialmente scelta come sigla della serie tv, poi sostituita dalla celeberrima "Happy days", cantata da Anson Williams, l'interprete di Potsie.
Nota: in un episodio Richie viene rapito dall'alieno Mork: il personaggio (interpretato ovviamente da Robin William) fu così apprezzato che da qui nacque l'idea di dedicargli un telefilm tutto suo, che diventerà il celebre "Mork e Mindy".
che altro dire? Un pezzo di storia delle televisione, ma sono sicura che rappresenta un pezzo di storia anche per molti telespettatori: per me ad esempio  è legato alla mia infanzia, non passava un giorno che non lo guardassi!E anche adesso lo rivedo volentieri, soprattutto in mezzo alle troppe serie piene di stupri e omicidi…








lunedì 12 gennaio 2015

Anita Ekberg

E' morta a 83 anni a Roma l'attrice Anita Ekberg: chi non la ricorda ne "La dolce vita" di Fellini, con il suo celebre bagno nella Fontana di Trevi? Era diventata, ed è rimasta fino alla fine dei suoi giorni, il simbolo principale non solo di un film, ma di un'intera epoca e di un modo di vivere.
L'attrice era nata a Malmo, in Svezia, nel 1931 e si era trasferita in USa nei primi anni '50, dopo aver vinto il concorso di Miss Svezia; qui iniziò la sua carriera di attrice in alcune commedie; il suo primo film importante fu "Guerra e pace" di King vidor (1958). Dopo essersi trasferita in Italia e aver girato due film, la grande occasione con Fellini, nel 1960; durante gli anni '60 l'attrice fece la spola tra Hollywood e L'Italia, costruendosi una carriera di tutto rispetto (anche se, mia opinione personale, non proprio indimenticabile).
Ma la sua notorietà rimase sempre ancorata a quel film, a quel modo di vivere....a quella leggenda.




domenica 11 gennaio 2015

Babbo Bastardo (Bad Santa),2003



Regia di Terry Zwigoff, con Billy Bob Thornton (Willy), Lauren Grahm (Sue ),Tony Cox (Marcus ),Brett Kelly(Thurman ).


Willy e Marcus sono due ladri specializzati nel derubare dei centri commerciali nel giorno di Natale; centri che hanno avuto la possibilità di conoscere ed esplorare per giorni nelle settimane precedenti alla festa, visto che vi hanno lavorato vestiti da Babbo Natale ed Elfo.
Anche quest'anno si apprestano a svolgere il loro "lavoro", ma l'incontro con Sue, una svitata barista di buon cuore, e con Thurman, bambino ciccione bullizzato dai compagni di scuola, porteranno grossi cambiamenti nella vita di Willy....


Definita all'uscita nelle sale come una commedia nera e politicamente scorretta, in realtà penso che sia una definizione giusta solo a metà: è vero che il protagonista non è dei più politicamente corretti, ma la storia si basa e finisce con il suo cambiamento in meglio.
Dicevamo comunque, che Willy è certamente un personaggio sui generis come Babbo Natale: a parte la trascuratezza fisica (vabbè, in alcuni punti mi ha proprio fatto senso: è sporco, si piscia addosso e rutta a tutto spiano!) è un ladro alcolizzato (il cui vizio sta rovinando perfino il rapporto di "lavoro" con l'amico Marcus, che difatti non si fida più di lui), sboccato al massimo, completamente incurante dell'educazione e dipendente dal sesso promiscuo (oltre che dall'alcol): chi meglio di Billy Bob Thornton poteva interpretarlo, visti i trascorsi dell'attore nella vita vera? Tra l'altro, sospettuccio: non è che all'epoca in cui fu girato il film questi trascorsi non erano poi tali, visto che in non poche scene l'attore appare in stile "Vasco Rossi mentre canta" (cioè fatto?!
Sotto sotto però nasconde un'animo tenero: molto sotto, a dire la verità, visto che inizialmente Thurman per lui è solo un bambino ciccione deficiente e non lo tratta troppo bene: ma alla fin fine il suo trattamento rude si trasformerà in affetto, tant'è vero che con i suoi modi rudi riuscirà alla fine a "svegliarlo fuori" facendo in modo che reagisca ai bulli che lo tormentano. Certo, come dicevo i modi sono quelli che sono (non si può dire a uno che viene bullizzato "è colpa tua"!) e spero tanto che nessuno con un minimo di buonsenso lo prenda troppo a modello, però alla fine raggiunge lo scopo.
Incomprensibile la storia d'amore con la bella Lauren Grahm,finalmente non  penalizzata dal fastidioso doppiaggio di Giuppy Izzo che ho sempre considerato una delle poche note negative di "Una mamma per amica" (qui la doppiatrice è Ilaria Stagni), ma che interpreta un personaggio abbastanza inconsistente (anche come motivazioni: non si capisce cosa possa avvicinarla a un tizio del genere!).
Sotto sotto l'ambiente non è dei più rassicuranti: oltre a Willy e Marcus, abbiamo la desolazione in cui vive Thurman, praticamente abbandonato a sè stesso dato che l'unica adulta con cui vive è la nonna ritardata (il padre è in galera); tutto ciò in effetti contrasta abbondantemente con quella che dovrebbe essere la letizia del periodo natalizio sottolineata nel film (ad aumentare il contrasto con ciò che si vede) dalle classiche canzoni di Natale presenti nella colonna sonora.
Certamente un film insolito per Natale...e non adattissimo ai bambini: ma ogni tanto ci vuole anche questo!





sabato 10 gennaio 2015

Rod Taylor

E' morto a 84 anni l'attore americano Rod Taylor, famoso per film come "Gli uccelli" di Hitckock (1963),Zabriskie Point (1970) di Michelangelo Antonioni, "L'albero della vita" (1957).
Nato nel 1930 a Sidney, vero nome Rodney Stuart Taylor, si trasferì giovanissimo inegli Usa dove negli anni '50 iniziò la sua carriera con ruoli minori in melò e film drammatici. La notorietà arrivò nel 1963 con il film di Hitckock, in seguito fra le altre cose e oltre ai film già citati diede la voce nella versione originale  anche a Pongo, il dalmata de "La carica dei 101", e lavorò anche nelle serie tv "Falcon CRest e,"La signora in giallo" e "Walker Texas Ranger".
L'ultimo film è stato "Bastardi senza gloria" (2009) di Quentin Tarantino.






Francesco Rosi

E' morto all'età di 93 anni il regista Francesco Rosi, regista famoso per i suoi film d'inchiesta e con sfondo sociale.
Nato a Napoli nel 1922, iniziò la sua carriera come aiuto regista di Luchino Visconti per "La terra trema" ( ), e "Senso" ( ); nel 1958 debuttò alla regia con "La sfida", che ottene vasto consenso di critica e pubblico.
Ma il vero successo arrivò con due film dei primi anni '60: "Salvatore Giuliano" (1962) e "le mani sulla città" (1963) nel quale denunciava la collusione dello Stato con la mafia e la camorra.Il film vinse il Leone D'oro al Fesitval di Venezia di quell'anno.
Dopo una breve parentesi favolistica ("C'era una volta....", del 1965, con Sofia Loren e Omar Sharif), diresse "Uomini contro" (1970) e "Il caso Mattei" (1972(), film inchiesta sulla misteriosa morte del presidente dell'ENI Enrico Mattei: pare che durante la lavorazione i questo film ebbe dei contatti con il giornalista Mauro De Mauro, fatto sparire dalla mafia nel 1970.   Il Film vinse la Palma D'Oro al Festival Di Cannes di quell'anno.
Tra gli altri film: "Lucky Luciano" (1973),"Cristo si è fermato a Eboli" (1979, tratto dal romanzo omonimo di Carlo Levi),"Cronaca di una morte annunciata" ( 1987, dal romanzo di Gabriel Garcia Marquez), "La tregua" (1997), tratto dal romanzo di Primo Levi, che vinse due David Di Donatello: per il miglior film e la migliore regia.
Per il teatro diresse anche alcune commedie di Eduardo De Filippo.







venerdì 9 gennaio 2015

Chimera, 1968



Regia di Ettore Maria Fizzarroti, con Gianni Morandi (Gianni Traimonti), Laura Efrikian (Laura Raimondi),Nino Taranto (Josè Da Costa),Katia Moguy (Maria Da costa).

Gianni e Laura sono una giovane coppia felice; lui è un cantante agli inizi e per ora non possono rendere pubblico il loro legame in quanto i produttori di Gianni pensano che la carta del cantante single sia più spendibile nel pubblico femminile.
Ad un certo punto l'impresario Da Costa, italiano che da anni vive in Brasile, propone a Gianni di esibirsi per una tournee proprio in questo Paese; l'occasione è ghiotta e il giovane non rifiuta, anche se dovrà partire senza Carla. Il soggiorno rivelerà una pericolosa insidia: Maria, figlia dell'impresario, che tenta di sedurre Gianni....


Probabilmente ultimo della famosa serie di musicarelli anni '60 con protagonista Gianni Morandi, è sicuramente anche il più brutto della serie e uno dei più brutti del suo genere: mi ha dato l'impressione di un film fatto tanto per fare, persino nella trama c'è una forte trascuratezza non solo a livello narrativo (Laura è un personaggio quasi inesistente, ma anche gli altri non scherzano! E la storia tira via stiracchiatissima per tutto il film) ma sopratutto a livello di "trovate": incomprensibile infatti il motivo per cui Gianni all'inizio è presentato come un giovane militare, dato che la leva del cantante risaliva a ben quattro anni prima!
Canzoni del solito Morandi, anche qui non delle migliori (a parte quella del titolo, una delle mie preferite), con una capatina di Roberto Carlos (nel film vestito in una maniera improponibile e  che più trash non si può, ma mia mamma mi assicura che era una moda di molti cantanti dell'epoca....) con "A che serve volare".
Si salva solo l'ultima scena...un po' poco, direi.




mercoledì 7 gennaio 2015

Uno sguardo dal cielo (The preacher's wife),1996



Regia di Penny Marshall, con Courtney B.Vance (Henry Biggs), Withney Houston (Julia Biggs), Denzel Washington (Dudley), Justin Pierre Edmund (Jeremy Biggs).


L'angelo Dudley viene inviato sulla Terra con una missione: aiutare il pastore Henry Biggs a uscire dalla crisi religiosa che sta vivendo: ha infatti paura di non poter fare abbastanza per i propri fedeli e per la propria comunità.
Henry  vive con la moglie Julia, e il figlio Jeremy,i quali a differenza del congiunto prenderanno subito in simpatia Dudley (senza ovviamente sapere della sua identità). tutto ciò causerà qualche attrito e qualche difficoltà per l'angelo nell'aiutare il reverendo....


Simpatica commedia natalizia con protagonista femminile la compianta Withney Houston, in uno di quelli che a mio avviso è uno dei suoi film più belli.
Nulla di nuovo sotto il sole, visto che è chiaro il rimando al classico "La vita è meravigliosa" con James Stewart; è sempre piacevole comunque vedere una variazione della storia trasposta in epoca moderna (Fine anni '90), con alla regia un'esperta in questo tipo di film e interpretata da attori simpatici e gradevoli.
Come dicevo, Withney Houston qui interpreta un personaggio molto bello: è la moglie di un reverendo, madre di un bambino, insegnante nel coro della Chiesa, una donna "classica" ma anche moderna, che vive in modo reale la propria fede, non è bigotta, ha un carattere solare ed entusiasta che la sostiene anche nei momenti di crisi di coppia che la crisi personale del marito inevitabilmente causa.Mi è rimasta impressa la sua passione per il pattinaggio su ghiaccio...chissà perchè. Forse perchè è cosi che mi piace ricordare  questa cantante e attrice scomparsa troppo presto....
La presenza del bambino garantisce qualche simpatico intermezzo comico, e la  colonna sonora contiene ovviamente alcuni pezzi della Houston (anche se non ricordo bene quali).
Piccola curiosità: la traduzione italiana del titolo originale è identica al titolo di un film del  con Sofia Loren e Marcello Mastroianni.





sabato 3 gennaio 2015

Edward Hermann

Avrebbe dovuto essere il primo post dell'anno ma non mi è sembrato il caso...però impossibile, per un'appassionata di telefilm come me, non mettere un ricordo di Edward Hermann, l'attore scomparso il 21 dicembre per un cancro a 71 anni, dato che ha interpretato il mitico nonno Richard nel telefilm "Una mamma per amica" uno dei pochi che ho seguito interamente fino all'ultima serie!
Quello nel telefilm era il suo ruolo più conosciuto, ma l'attore aveva alle spalle anche una carriera cinematografica (vinse un Tony Award nel 1976  per il film "La professione della signora Warren"  ) e teatrale; è stato anche la voce di molti documentari su History Channel.
Aveva partecipato anche ad altre serie tv: "Grey's Anatomy", "Will & Grace", "CSI-Scene da un crimine" e "How I met Your  mother".
Mi sarebbe tanto piaciuto avere un nonno così!












venerdì 2 gennaio 2015

Magic in the Moonlight, 2014



Regia di Woody Allen, con Colin Firth (STanley ), Emma Stone (Sophie ),Eileen Atkins (zia Vanessa),Hamish Linklater (Bryce),Simon McBurney (Howard).


1928:Weing Lee Soon, è un famoso mago cinese dietro cui si nasconde Stanley Crawford, gentiluomo inglese cinico e disincatanto che ha fatto carriera sfruttando la sua abilità nel conoscere i trucchi con cui inganna il pubblico; proprio per questo viene contattato dall'amico Howard per smascherare Sophie, una giovane medium che- a suo avviso- sta circuendo una ricca famiglia di amici americani in vacanza in costa Azzurra.
Nonostante Stanley ce la metta proprio tutta, l'incontro con Sophie farà vacillare le sue certezze....


Ultimo film al cinema dell'anno 2014, ho trovato questo film di Woody Allen molto carino nonostante non sia certo ai livelli del precedente "Midnight in Paris".Forse sbaglierò ma ho trovato molte cose in comune con i film muti degli anni '20 (periodo in cui la storia è ambientata), ho visto il film come un omaggio a quell'epoca (molto amata dal regista), a partire dalla colonna sonora (inevitabile comunque, vista l'epoca in cui la storia è ambientata), dalla presenza della magia e di maghi o presunti tali (temi molto comuni in film dell'epoca) e anche della scena all'interno dell'osservatorio, con una scenografia molto simile a quella dei film muti.
Come la bruttina e legnosa Emma Stone possa essere considerata non solo un sex symbol ma pure una brava attrice rimarrà per me sempre un mistero,comunque sia in questo film non stona come altrove, Colin Firth invece come sempre è ottimo nel tratteggiare la figura del cinico e disincantato uomo di mondo che ha fatto dell'illusione e dell'imbroglio la propria professione, campando sulla credulonaggine di quelli che credono al soprannaturale, che cerca disperatamente di trovare "l'imbroglio" anche nella giovane Sophie, da cui è contemporaneamente attratto. Ma il personaggio che ho preferito in assoluto è stato quello di zia Vanessa, una donna affettuosa, ironica, l'unica che conosce veramente il nipote e l'unica capace di abbattere la barriera di cinismo di cui l'uomo si è circondato. 

Certo vedendo i bellissimi paesaggi, i divertimenti a cui i ricchi si dedicano,la spensieratezza pare impossibile che di lì a pochi anni l'Europa si troverà coinvolta in due dei più grandi disastri dell'umanità (la dittatura nazista e la seconda guerra mondiale), e forse in parte anche a questo rimanda la trama quando insiste sulla differenza tra realtà e illusione.....