domenica 24 agosto 2014

Anna Christie, 1930



Regia di  Clarence Brown, con Greta Garbo (Anna Christie) ,Charles Bickford (Matt Burke), George F. Marion (Chris Christofferson).

Anna Christie è una donna che anni prima abbandonò la casa paterna per trasferirsi in città alla ricerca di fortuna, ma che invece finì col prostituirsi.
Dopo molti anni decide di tornare dal padre (al quale aveva fatto credere di avere un buon lavoro) e abbandonare la strada per cambiare vita.
Tornata nella casa paterna, si innamora del rude marinaio Chris, ma la paura che il passato possa venire a galla frena le cose…

Tratto da una delle piece teatrali più note nei primi del '900, è la seconda versione di questa storia (la prima risale al 1923) e anche la più famosa, sopratutto per la presenza in qualità di quasi mattatrice della "Divina" Greta Garbo. E' lei infatti a interpretare magistralmente (anche se talvolta con tono un po' calcato sul melodrammone, come d'altronde era nello stile recitativo dell'epoca) la protagonista di quella che definirei "una tragedia a lieto fine".
Anna infatti è la tipica ragazza di campagna semplice,genuina e con valori veri ma sfortunata, in quanto orfana e cresciuta da un padre marinaio sempre in giro per il mondo che l'ha lasciata sempre sola, che decide di dare una svolta alla sua vita andando in città: tipicamente (in queste storie) luogo sordido pieno di pericoli ad ogni angolo...e infatti Anna diventa prostituta e anche alcolizzata.
Dopo anni di questa vita, sull'orlo della disperazione e probabilmente anche del suicidio, decide di ritornare dal padre per vedere se qualcosa di buono si può riaggiustare fra loro; l'uomo ovviamente era all'oscuro di come la figlia si guadagnasse da vivere, la riaccoglie e Anna accetta di buon grado comunque di riprendere a fargli praticamente da serva (sempre meglio che la strada), ma quando si presenta un affascinante (per lei) marinaio conoscente del padre, si apre davvero lo spiraglio di una vita diversa, su cui pende la spada di Damocle del vero passato di Anna.
tutto finirà bene ma questo melodramma con soli tre interpreti (Della Garbo ho già detto, ma comunque bravi anche i due attori maschili) non è che mi abbia appassionato,rispetto sopratutto alla sua fama nella storia del cinema; tra l'altro, il tono della narrazione e dei colori della maggior parte del film è molto cupo, e l'abientazione quasi claustrofobica, dato che si svolge in soli due ambienti: il bar dove Anna va a bere prima di tornare a casa e la barca galleggiante dove vive il padre.
Decisamente non fa per me....




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