giovedì 12 dicembre 2013

La mafia uccide solo d'estate, 2013



Regia di Pif, con Pif (Arturo), Cristiana Capotondi (Flora), Claudio Gioè (Francesco), Ninni Bruschetta (Frà Giacinto).



Nato nel 1969, Arturo è un bambino siciliano come tanti, a parte due passioni: per la compagna di classe Flora e per Giulio Andreotti,per lui un vero e proprio idolo, tanto da mascherarsi da Andreotti a una festa di Carnevale.
La vita di Arturo si snoda tranquilla nonostante nella sua città i delitti di mafia siano all'ordine del giorno, ma da adulto le cose cambieranno...





Ho letto in rete alcune critiche a questo film che puntavano solo sul titolo (del tipo "La mafia uccide anche d'estate...e d'inverno niente?VAcanza?"), sminuendolo senza averlo visto perchè film italiano... e si-sa-il-cinema-italiano-è-tutto-brutto-stupido ecc ecc...come se poi tutti i film americani, inglesi e stranieri fossero dei capolavori assoluti, e non esistessero anche in altre cinematografie film peggio dei cinepanettoni.
A queste persone conisglierei di vedere questo film,giustamente dedicato a tutti coloro che sono caduti combattendo la mafia, perchè credo sia uno dei migliori realizzati sull'argomento.
Il film infatti ci descrive come la mentalità mafiosa non sia prevalentemente di violenza conclamata,  ma sopratutto di indifferenza: i genitori di Arturo, i cittadini siciliani che assistono passivi all'uccisione di Boris Giuliano, Carlo Alberto Dalla Chiesa e molti altri conosciuti o meno, arrivando addirittura a mettere in dubbio che sia stata la mafia ma magari, "questioni di fimmine" (e a cui il titolo fa riferimento, chi vede il film capisce perchè), sono persone che non hanno mai scelto da che parte stare, non si sono mai sentiti coinvolti da un problema reale che magari vedevano ma che secondo loro non li riguardava. Riguardava altri, riguardava "lo Stato" (generico), e quindi a loro non interessava, non potevano farci nulla.
Anche Arturo crescendo in questo clima segue per anni passivamente questo modo di pensare, e bisogna dire che è scusato solo per essere prima bambino, poi ragazzino, quindi molto giovane; Arturo nella sua vita incontra per caso molte di queste persone (Il giudice Chinnici che è il vicino di casa di Flora ed è l'unico a cui il bambino abbia confidato il suo amore, il Generale Dalla Chiesa che gli concede un'intervista, Giuliano che gli offre una ciambella nel bar dove verrà ucciso) e anche alcuni mafiosi (Riina e Bagarella che lo incrociano alla festa di Carnevale, Riina che va a trovare la figlia neonata nellos tesso ospedale dove è appne anato il fratellino Emanuele), ma per anni vive come in un limbo; finalmente, da adulto, la morte di Salvo Lima prima e sopratutto le stragi di Capaci e Via D'Amelio risvegliano in lui quella coscienza sopita, facendogli capire che la prima cosa che deve essere combattuta è la mentalità omertosa dagli onesti, e che per combatterla è giusto parlare ai bambini fin da piccoli di questi eroi, spiegarli, fare sì che diventino parte del quotidiano di tutti.
Divertente la trovata di rappresentare Arturo come fan di Andreotti, che lui ritiene la sua guida spirituale per anni; molto bravo e convincente  il protagonista Pif, ma anche i due bambini che interpretano Arturo e Flora bambini.
Certo, e volete perdervelo per i pregiudizi esterofili sul cinema italiano, fate pure, ci mancherebbe.







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