lunedì 14 maggio 2012

Robin Hood, principe dei ladri (Robin Hood, prince of thieves), 1991




Regia di Kevin Reynolds, con Kevin Costner (Robert de Locsley), Morgan Freeman (Azeem), Christian Slater (Will Scarlett), Mary Elizabeth Mastrantonio (Lady Marian),Alan Rickman (Sceriffo di Nottingham) Nick  Brimble (Little John), Michael McShane (Frate Tuck), Walter Sparrow (Duncan).


Inghilterra, XII secolo. Il nobile Robin de Locksley torna in patria dopo aver partecipato alle crociate assieme all’amico moro Azeem. Tutto è cambiato: il principe Giovanni, fratello del Re Riccardo,  ne ha usurpato il posto sul trono vessando la popolazione con tasse e terribili vendette contro chi non può pagare o chi si rifiuta di giurare fedeltà all’usurpatore.
Robin sceglie quindi di darsi alla macchia fuggendo nella foresta di Sherwood ed aggregandosi ad un gruppo di briganti ( che altri non sono che contadini fuggiti alle rappresaglie dello sceriffo di Nottingham) di cui ben presto diventa il capo, pianificando una rivolta in favore del re…

Ennesima versione della famosa leggenda inglese, trasformata in romanzo da Alexandre Dumas padre ( ), è probabilmente anche quella più famosa, assieme a quella Disney e a quella degli anni ’30 con Errrol Flynn.
Personalmente da ragazzina ho amato molto questo film, ho consumato la cassetta tanto che lo sapevo a memoria! Ed ero innamorata di Will Scarlett…
Anche oggi è sempre un piacere rivederlo.
Lo stile è quello tipico del filmone Hollywoodiano, che punta molto agli incassi, però con un certo stile; è scattante, avventuroso,divertente, romantico nel modo giusto, senza esagerazioni.
Vero è che buona parte del film è data probabilmente dalla presenza dell’allora divo Kevin Costner all’apide della sua notorietà, che saggiamente evita il confronto con il suo predecessore più famoso (Erroll Flynn appunto) mettendo un po’ in disparte la fisicità del personaggio (dato che a me, a differenza di altri- e sopratutto altre- non è sembrato così atletico, ma solo cammuffato...), dando più risalto al carattere del personaggio. Nel complesso una buona interpretazione.
Ottimo Alan Rickman nei panni dell’odioso sceriffo, con tratti di evidente disturbo mentale, mentre invece mi è piaciuta molto poco Mary Elizabeth Mastrantonio come Marian: poca alchimia con Costner e poca alchimia col personaggio stesso.
Bravi anche I comprimari, I vari briganti della foresta e Morgan Freeman in quello che secondo me è uno dei suoi ruoli migliori.
Nella scena finale, nel ruolo di Re Riccardo, compare Sean Connery, che per un'apparizione di un minuto circa ha ricevuto come compenso....no, non ve lo dico! Ma sappite che con quei solid voi e io ci saremmo campati comodamente un anno!
Stupenda la colonna sonora, capeggiata dalla canzone “Everything I Do I Do It for You” di Bryan Adams, che ricevette una nomination all’Oscar come migliore canzone.






sabato 12 maggio 2012

Il partigiano Johnny, 2000


Regia di Guido Chiesa, con Stefano Dionisi (Johnny), Fabrizio Gifuni (Ettore), Andrea Prodan (Pierre), Claudio Amendola (Nord), Alberto Gimignani (Il Biondo), Chiara Muti (Elda).


Dopo l’8 settembre 1943 lo studente universitario Johnny decide di disertare e si rifugia nella sua casa in collina in provincia di Alba. Qualche tempo dopo entra a far parte dei partigiani e durante la lotta prenderà coscienza che la guerra non è quell’avventura eroica ed epica che molti-compresi i suoi professori- descrivevano…

Tratto dall’omonimo romanzo (1968) di Beppe Fenoglio, uno dei capisaldi della letteratura italiana sulla Resistenza, è un film pregevole, che sicuramente soddisferà gli amanti del genere anche perché non tradisce lo spirito del romanzo.
Devo ammettere che, personalmente, a me il romanzo non è piaciuto, non sono nemmeno riuscita a terminarne la lettura; per il film la cosa è stata leggermente diversa, anche se non posso dire rientrerà mai nei miei preferiti.
Ho apprezzato il clima cupo (ben sottolineato dalla fotografia), a tratti anche pesante (soprattutto all’inizio , nella parte in cui Johnny è nascosto nella villa in una situazione stagnante da cui aspetta di uscire), che facilita il fatto di vedere quel periodo per quello che fu, una guerra civile, al di là degli schieramenti e degli ideali.
I personaggi sono ben interpretati e azzeccati, dal protagonista – abbastanza tormentato Stefano Dionisi, ai suoi compagni di lotta. Particolarmente ben resa la scena dove il professore illustra agli studenti dei casi di lotta (se hai un fratello fascista lo denunci?)  che loro – inesperti- ritengono estremi facendo loro capire che tutta la guerra è estrema e basta.
Molto efficace anche la scena del rastrellamento, che permette di capire cosa fosse la paura in quei momenti anche fisicamente parlando.
Una cosa però che non è chiara sia nel romanzo che nel film è il finale: Johnny muore o no?
Credo che la cosa sia dovuta al fatto che il romanzo rimase incompiuto…ma non vorrei sbagliarmi e magari è un finale aperto…



martedì 8 maggio 2012

The Rum Diary- Cronache di una passione, 2012

Regia di Bruce Robinson, con Johnny Depp (Paul Kemp), Aaron Eckhart (Sanderson), Amber Heard (Chenault),Giovanni Ribisi (Moberg), Michael Rispoli (Bob Sala).

All’inizio degli anni ’60 l’aspirante scrittore Paul Kemp si trasferisce a Puerto Rico pserando di far eil salto di qualità e in cerca di ispirazione per un romanzo che intende scrivere; trova lavoro per un quotidiano locale sull’orlo del fallimento. Entra in contatto con Sanderson, un americano riccone che ha comprato un’isoletta incontaminata con l’intenzione di trasformarla in zona turistica di lusso, e conosche così Chenault, la bellissima fidanzata dell’uomo, della quale si innamora…

La passione per un attore del cinema (in questo caso, Johnny Depp) fa fare qualsiasi cosa, ad esempio andare a vedere un film che già leggendo la trama non ha attirato il tuo interesse dati i rimandi dell’abinetazione e della storia con SULLA STRADA romanzo Di Kerouac che non ti è mai piaciuto e di cui ti sei sempre chiesta a cosa fosse dovuta ‘sta benedetta fama di capolavoro mondiale della letteratura di tutti i tempi di cui gode.
Film che si è rivelato una noia mortale, a tal punto che non sono nemmeno riuscita a resistere fino alla fine, e me ne sono andata via dopo 1 h e 45 circa ( che però a me sono sembrate il doppio!).
Motivi principali: un ritmo narrativo molto lento, nonostante le numerose scene di corse in macchina o di episodi con personaggi stravaganti che interagiscono col protagonista; scene continue di sbevazzamenti a gogò di qualsiasi cosa liquida passi sottomano dei personaggi (e qui devo dire una cosa: sarò eccessivamente sensibile ma vedere gente che si riempie così di alcol mi ha fatto venire una leggera nausea!); poca alchimia nella coppia di amanti….insomma, a parte costumi, ambientazione e colonna sonora apprezzabili,tutto il resto è stato noia (come dice la famosa canzone di Franco Califano).
Un appunto su Johnny Depp, che a quasi 50 anni riesce a interpretare in modo credibile (per quanto ancora?!) un personaggio che ha la metà degli anni; la lei di turno è la solita biondona stile Scarlett Johnasson, niente di che. Molto meglio i comprimari Giovanni Ribisi e Ben Sala.
Basta, mi sto annoiando pure a scriverne la recensione!